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Antica Cattedrale Normanna

Nel settore meridionale del pianoro, un modesto rilievo segnala il luogo dove sorgeva la Cittadella, il cui possente muro di cinta è in parte ancora visibile là dove non è coperto dalla vegetazione. 

La cattedrale di Mileto fu costruita inseguito all’istituzione della nuova diocesi e alla soppressione delle sedi di Vibo e Taureana, sulla sommità della collinetta, ai due lati di una piazza, si ergono i ruderi della Cattedrale del 1081 in stile romanico dedicata a San Nicola e quelli del Vescovado settecentesco, edificato molto probabilmente sui resti del palazzo normanno. Anche qui giacciono al suolo frammenti di marmi, colonne e capitelli sottratti ai templi, al teatro e agli altri edifici della vicina subcolonia di Locri per essere riutilizzati nelle nuove fabbriche. 

Rispetto all’Abbazia, ancora più scarsi sono i ruderi della Cattedrale Normanna, ma i reperti esistenti e alcuni schizzi planimetrici eseguiti prima del terremoto del 1783 oltre ad aver permesso di identificare la presenza di una cripta, in cui risiedeva il Sarcofago di Ruggero I, oggi esposto al Museo Archeologico di Napoli, ci fanno capire che pur se non poche erano le differenze nei confronti della chiesa abbaziale, in ambedue le fabbriche per la prima volta venne sperimentata una combinazione che intrecciava la cultura cluniacense con quella latina. 

Secondo la ricostruzione di Giuseppe Occhiato, era divisa in tre navate da due file di otto coppie di colonne (quattro per lato), due colonne più grandi erano in posizione avanzata. Fonti d’archivio documentano l’aspetto interno della Chiesa con arcate ad ogiva che insistevano direttamente sulle colonne probabilmente prive di basi e di capitelli

Il disegno per la nuova chiesa era stato redatto quasi immediatamente dopo il sisma che aveva distrutto l’intero abitato e l’antica chiesa normanna, quando dal sovrano era stato deciso che la popolazione di Mileto si dovesse trasferire in altro sito denominato Villa del Vescovo, non molto lontano dall’insediamento originario. 

La nuova chiesa doveva avere un impianto centrale a croce allungata, con bracci trasversali sporgenti e cupola sulla crociera. Quattro cappelle angolari coperte da cupole minori colmavano i quattro angoli della croce, aprendosi con ampi vani, lungo le due direzioni principali in corrispondenza dei bracci della croce. Seguiva un profondo coro con abside piana, affiancato dalle due sagrestie gemelle, mentre in facciata era l’atrio d’ingresso stretto dai due campanili. Lo spazio doveva apparire unitario, grazie all’ariosa disposizione delle strutture, alle ampie aperture dei vani delle cappelle, al rimando delle finte volte a botte della croce, al ritmo scandito dai sostegni binati alternati alle ampie aperture delle cappelle laterali e alle rifiniture di stucco: sul tutto infine, dominava la grande cupola centrale. 

All’esterno doveva contribuire a sottolineare la direzione longitudinale la sequenza del portale centrale, più ampio e incorniciato dalle due nicchie laterali, cui doveva seguire la cupola tra i campanili. Il progetto non fu immediatamente realizzato, la posa della prima pietra avvenne nel 1791, la costruzione si protrasse per circa trent’anni giungendo al termine solo nel 1823, quando ormai richiedeva lavori di ammodernamento e finì per essere consacrata nel 1859. Nonostante gli sforzi profusi, i sismi del 1905 e del 1908 causarono ulteriori danni, tanto da richiedere una nuova costruzione che terminò con la consacrazione avvenuta il 25 ottobre 1930 dal vescovo Paolo Albera.

Le campagne di scavo seguite nel 2004 hanno messo in luce parte del muro perimetrale meridionale e l’intero settore absidale. All’esterno della Chiesa sono stati individuati due ambienti rettangolari affiancati, probabilmente a destinazione funeraria, che utilizzano le stesse murature della Cattedrale, hanno i muri intonacati e sono coperti con tetto a doppio spiovente; uno di essi ha la parete occidentale dipinta con intonaco rosso e un pavimento realizzato con lastre di gesso cristallino. Si tratta della cappella dei Sanseverino, signori di Mileto, che accoglieva i raffinati sarcofagi marmorei della fami-glia, considerati tra le più importati testimonianze scultoree del Trecento calabrese, Sempre nell’area esterna alla Chiesa sono stati messi in luce: parte di un avancorpo o “vestibulo” costruito nel XIV secolo, e a breve distanza, porzioni di murature che sono state riferite alla torre campanaria. Lo scavo ha anche documentato le più recenti fasi di utilizzo dell’area della Cattedrale dopo la sua distruzione a seguito del sisma del 1783, relative allo svolgimento di attività metallurgiche, legate al riuso dei materiali metallici dell’edificio sacro ormai in rovina.

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